Manifattura della Savonnerie

Tappeti di Savonnerie, sotto Luigi XIV, su disegni di Charles Le Brun, realizzati per la Grande Galerie del Louvre.
Grande Gallerie del Louvre, tappeto No69, realizzato nella manifatture di Savonnerie nel periodo 1670-1685. In mostra alla Manifattura dei Gobelins.
Tappeto della corte ottomana, tardo XVI secolo, Egitto o Turchia.
Tappezzeria della Savonnerie, XVIII secolo. Versailles.
Dettaglio di tappeto Savonnerie.
Tappezzeria della Savonnerie, XVIII secolo. Versailles.

La manifattura della Savonnerie era la più prestigiosa manifattura europea di tappeti annodati a pelo, godendo il suo maggior fulgore nel periodo 1650-1685; in quel periodo il timbro della manifattura veniva casualmente applicato a molti tappeti annodati fatti anche in altri centri. La manifattura ebbe origine in una fabbrica di tappeti creata in una dismessa fabbrica di sapone (in lingua francese savon) sul Quai de Chaillot a Parigi nel 1615 da Pierre DuPont ritornato da Costantinopoli[1] Ottenuto un brevetto (privilège) di diciotto anni, nel 1627 fu confermato il monopolio, da Luigi XIII, a DuPont e al suo ex apprendista Simon Lourdet, produttori di tappeti façon de Turquie ("alla maniera della Turchia"). Fino al 1768, i prodotti della manifattura rimasero esclusivamente di proprietà della Corona ed erano fra i maggiori doni diplomatici francesi; gli ambasciatori di Russia, Spagna, Danimarca, Siam e anche uno strano non ufficiale ambasciatore di Persia furono omaggiati di tappeti di Savonnerie[2].

I tappeti erano realizzati in lana e seta, in alcuni piccoli dettagli, annodati con circa novanta nodi per pollice quadrato. Alcuni dei primi modelli di tappeti imitavano, a grandi linee, i tappeti persiani, ma lo stile Savonnerie si affermò presto con disegni più prettamente francesi, medaglioni incorniciati o stemmi, fiori densamente ammassati in mazzi o fogliame frondoso, contro il blu profondo, il nero o profondi motivi marroni, all'interno dei bordi.

  1. ^ Francis William Blagdon, Paris as it was and as it is, or, A sketch of the French capital, p. 512. URL consultato l'11 giugno 2011.
  2. ^ Standen.

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